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Consigliato a chi è interessato al sociale, alla salute e al benessere delle persone, il Diploma Dirigente di Comunità è un obiettivo che apre le porte a moltissimi percorsi in ambito professionale.

 

Come la maggior parte dei corsi di studio di Scuola Secondaria di Secondo Grado, anche l’indirizzo Dirigente di Comunità è stato modificato dalla recente Riforma del Ministero dell’Istruzione… ma ha mantenuto il suo core originario, per l’assistenza socio-sanitaria ed educativa collettiva al fine di realizzare attività professionali a livello direttivo, assistenziale, educativo e relazionale.

 

Cosa vuol dire Dirigente di Comunità?

L’indirizzo quinquennale per scuole superiori prepara i suoi studenti su temi come la direzione, organizzazione e coordinamento di tutte le istituzioni a carattere educativo/formativo, oltre che sociale e assistenziale.

Gli studenti più adatti a studiare per diventare Dirigente di Comunità sono capaci di acquisire rapidamente doti relazionali per interagire al meglio con il prossimo, hanno capacità di direzione e desiderano lavorare in un ambiente orientato al benessere sociale, soprattutto per categorie protette come neonati, bambini, adolescenti e anziani.

I possibili luoghi di lavoro degli sbocchi occupazionali ottenuti con il Diploma di Dirigente di Comunità, ossia frequentando l’Istituto Tecnico per le Attività Sociali, sono: asilo nido, scuola elementare, casa di riposo, case per gestanti, soggiorni stagionali (solitamente estivi o invernali), luoghi per il vitto e/o alloggio come le mense o i convitti.

 

Come diventare Dirigente di Comunità: obblighi e opportunità

Dirigente di comunità - asiloIl percorso canonico per ottenere questo Diploma prevede un 5 anni di studio in scuole pubbliche o private certificate che seguono il programma ministeriale.

Un programma quinquennale che può però non essere lineare: in caso di bocciature, è la legge permette di svolgere anche due o più anni nello stesso corso, grazie al recupero anni scolastici e – soprattutto – al coinvolgimento in prima persona dello studente e a un continuo sostegno da parte di docenti qualificati con interventi mirati e strategie personalizzate al 100%.

Importante è ricordare anche che il Dirigente di Comunità ha un titolo di rilievo e avvantaggiante nei concorsi a caposala e punteggio privilegiato per diventare dipendente non di ruolo nella scuola dell’infanzia e in quella di primo grado. Parlando anche delle possibilità formative successive: il percorso permette l’accesso a qualsiasi Corso di Laurea universitario in Italia e all’estero.

 

Cosa si studia e perché…

Dirigente di comunitàDopo l’inizio dell’autonomia scolastica in Italia, ossia a partire dal 1997, nasce un progetto che rispondere in modo più completo e puntuale alla richiesta che il contesto lavorativo faceva ai neo-diplomati, dovuta all’evoluzione delle professioni e dei servizi al cittadino. In questo contesto, il corso di studi per Dirigente di Comunità subisce delle riforme fino al 2014 circa, facendo riferimento a un indirizzo nuovo e orientato alla salute in senso più ampio, con insegnamenti collaterali. Un esempio è la legislazione sanitaria, un altro l’igiene ed educazione all’ambito sanitario, per non dimenticare anche la patologia e, in aggiunta, anche competenze tecniche e professionali mirate.

Quello che si ottiene con questo corso di studi è quindi un Diploma altamente professionalizzante, che affianca all’attività scolastica dai banchi di scuola l’applicazione direttamente sul campo grazie a tirocini previsti in forma obbligatoria dal corso di studi che fanno capire agli studenti com’è il mondo del lavoro di cui faranno parte.

Tra i focus di fondamentale importanza per il Dirigente di Comunità, è importante citarne 2:

  • Gestione servizi per la comunità: organizzare e gestire i servizi collettivi, monitorare e salvaguardare l’igiene e il rischio collettivo, seguire le norme nutrizionistiche e le tecniche volte al miglioramento delle relazioni interpersonali;
  • Gestione servizi per il singolo cittadino: cura della nutrizione, conoscenza in campo chimico-organico e biochimico, importanza per gli elementi inserenti la biofisica e la farmacologia/tossicologia.

 

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